Orgasmo. Istruzioni per l’uso.

La sua pelle sulla mia pelle. Aggrappati, intrecciati. L’uno dentro l’altra. Affamati. Persi in un turbine di carnalità e passione. Gli appartengo. Misterioso stregone che ha ipnotizzato i miei sensi. Catturato la mia carne. Non c’é tempo per pensare, non c’é tempo per perdermi in una masturbazione mentale su chi, cosa, quando come e perché.

Sono qui.

Non esiste passato, non esiste futuro. Solo presente. Un dolce, delizioso presente fatto di piacere. Minuti che scorrono veloci. Dettano il ritmo del nostro banchetto. Minuti rosa, viola, gialli e rossi. Minuti il cui ticchettio di orologio perde ogni ragione di esistere. Il tempo scorre più veloce del tempo stesso, eppure rimane cristallizzato nel tempo, sospeso a metà tra reale e irreale. Ma non é proprio questo ciò che cerchiamo? Non é proprio questo il frutto del piacere che inseguiamo con tanta ferocia? Quell’istante, quell’attimo perfetto in cui realtà e irrealtà si fondono e danno vita a una dimensione unica. Uno spazio in cui tutto é concesso perché tutto esiste ma nulla ha veramente un senso.

Istinto animale.

Il mio corpo é il suo tempio pronto per la preghiera. Lui é il mio fedele pellegrino in cerca di sacralità. La punta delle sue dita dipinge il mio piacere, trasforma la percezione dei miei sensi. Conduce la nostra cerimonia. Le sue mani sono avide, in cerca di un’isola umida dove affondare.

Vengo.